Il Festino, l'arte e l'elogio dell'Iconoclastia

Era il lontano 1917 e Marcel Duchamp esponeva il suo orinatoio "Fontana" in un museo alterando per sempre il concetto di spazio museale e aprendo la strada al Dadaismo e a molte delle avanguardie artistiche.
Un gesto... un gesto iconoclastico...
Non c'è nulla di più forte di un gesto, e non c'è nulla di più evoluto del capire che spesso dietro quel gesto o quello stile si celano altri obiettivi, spesso più importanti...

File:Marcel Duchamp.jpgVeniamo dai giorni del Festino di Palermo, meravigliosa idea politica utile a confondere il popolo del 1625 colpito dalla peste... il potere politico e religioso del tempo utilizzava qualunque mezzo per far si che la gente accettasse i potenti e a Palermo ne abbiamo esempi magistrali dalla costruzione di meravigliosi scenari per cose truci o per feste come ad esempio il "Teatro del Sole" nato e voluto per essere la perfetta quinta per "feste e forche" come si diceva una volta, alle posticcie e complesse architetture di cartapesta del Festino che già dal 1600 impegnavano maestranze locali, davano lavoro e... coprivano modificavano le architetture del Cassaro al fine di... stupire!!
Voi mi direte: "cosa c'entra Duchamp con il festino?", in realtà nulla... o meglio... forse nulla...
Già perchè in questi giorni leggo varie cose in giro per la rete e non sempre ne capisco il senso.
Criticare per la critica in se è da ritenersi cosa assolutamente inutile tranne che non se ne voglia fare un uso complesso in una sofistica visione della vita... anche se per me che sono un fautore del sofismo, non riesco ad esserlo se non ho un controaltare e se tutti mi danno ragione...
Già la critica, leggere alcune critiche in nome dell'arte, rispetto a ciò che è stato fatto per il festino,  mi fa rabbrividire. Intanto bisognerebbe riuscire a trovare una definizione di arte, ciò che per me è artistico per un altra persona era un... orinatoio; Leonardo, Michelangelo, Raffaello e tutta la meraviglia che hanno suscitato e suscitano con le loro opere è sicuramente arte... ma è arte anche Picasso, Mirò, Dalì, i futuristi e i dadaisti... Ma se sono entrambe forme artistiche dove sta la differenza, dove si trova il sottile filo che le unisce... per me quel filo si chiama "stupore"... già io mi stupisco davanti a un opera di Leonardo che posso ammirare per ore senza stancarmene, ma mi stupisco altrettanto davanti alle sculture animate di Dalì o alla magnifica stanza-ritratto di Mae West dove posso stare a pensare fermo in un angolo chiuso nel mio mondo e partecipe delle sue visioni. L'arte, almeno per me, è stupore, è meraviglia, è capacità di alterare i sensi e modificare la realtà in un imperfezione emozionale che ha del sublime. Nel mondo giapponese e più in generale nel mondo delle filosofie orientali,  spesso l'elogio dell'imperfezione viene portato agli estremi secondo un principio di bellezza estrema...

"Un maestro zen chiese a un suo discepolo di pulire il giardino del monastero. Il discepolo pulì il giardino e lo lasciò in uno stato impeccabile. Il maestro non rimase soddisfatto. Lo rispedì a pulire una seconda volta, e poi una terza. Scoraggiato, il povero discepolo si lamentò:
«Maestro, non c'è più nulla da mettere in ordine, più nulla da pulire in questo giardino! È già tutto a posto!»
«Tranne una cosa» rispose il maestro.
Scosse un albero e si staccarono delle foglie, che andarono a cadere per terra.
«Ora il giardino è perfetto» concluse."

 Il Festino è una macchina populista fin dal 1600, è un momento di aggregazione per la città non nelle sue componenti creative ed artistiche ma sopratutto nella sua vera forza... la gente. 
Oggi Palermo è una delle rappresentazioni di integrazione maggiormente presenti in tutta Italia e la nostra cialtronaggine di panormiti è meravigliosamente multietnica e multiculturale. Il popolo palermitano non è più fatto dagli abitanti della Kalsa o del Borgo Vecchio ma anche di quelli di Ballarò o dei quartieri vicino alla stazione con i loro colori e il loro meraviglioso essere altro ma parte del tutto.
Il Festino si rivolge per prima cosa a loro, poi ai palermitani colti invitandoli a essere parte del popolo, perchè al di là di tutte le considerazioni se l'intellettuale (o pseudo tale) non si sente parte del popolo diventa sempre più come il giardino pulito del maestro Zen... vuoto.
Sicuramente alcune scelte di questo Festino non sono piaciute neanche a me, ma non per questo non ne capisco il valore politico e culturale nell'ambito di una città devastata da anni di vuoto istituzionale. Io non sono un accanito sostenitore di Orlando, ma ne riconosco l'enorme capacità populista e popolare che porta a un aggregazione attorno alla sua amministrazione che in questo momento diventa fondamentale per risollevare una città distrutta. 
Il ruolo del Festino è quello di stupire e meravigliare il popolo con trovate pari a quelle delle scenografie posticcie del 1600, solo che oggi si usa il VideoMapping o un elefante di cartapesta per onorare l'etnia che più di tutte è vicina alla "Santuzza"... Mi piace... no, ma non deve piacere a me deve piacere alla gente e a 300.000 palermitani è piaciuto e tanto basta.
E poi a volerci ben pensare in realtà cosa c'è di più artistico di essere iconoclasta... rovinare con un video il "Teatro del Sole" e la sua architettura è meraviglioso e indolore. Modifica i parametri, altera la percezione, stupisce la gente e apre ad una visione altra, ad una novità che... poi di novità non ha quasi nulla.
Lo snobbismo di certi intellettuali alla fine si risolve in un provincialismo reale coperto da una facciata di internazionalità senza una vera essenza del vivere e del conoscere culture altre da noi. Alla fine non c'è nulla di meglio che osservare e pensare che alle volte l'iconoclastia può essere la massima espressione della perfezione nell'imperfetto...
 

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