Torniamo a parlare di fotografia?

NYC in Panormus
Non scrivo da molto tempo...
Diciamo che non ho sentito l'urgenza. il bisogno fisiologico di sfogare o di urlare quello che vedo...
Quando iniziai questo blog tutto prendeva le mosse da un reale bisogno di denuncia e di condivisione di idee contro una classe politica che come previsto si è auto distrutta o quantomeno auto limitata. Non che adesso l'attuale governo abbia migliorato le cose, ma almeno mantiene un basso profilo pubblico e credo che questo sia da tutti apprezzato.
Diciamo che appunto non ho avuto più l'urgenza di parlare... anche se... avrei voluto ricominciare a parlare di fotografia...
Già la fotografia, per me la fotografia è stata da sempre una manifestazione del mio essere vivo, da quando a 12-13 anni iniziai a usare una piccola macchinetta fotografica regalata per la prima comunione, fino ad oggi dietro una reflex digitale.
Quando scatto sono vivo, quando scatto esisto e... creo! Già il processo creativo, artistico che per taluni passa dalla pittura, per altri dalla danza o dal teatro, per altri ancora dalla grafica o dalla realizzazione cinematografica... il processo creativo... meraviglioso concetto che, nel mondo, ha dato tanti capolavori all'umanità e ancora di più tante oscenità...
Viviamo in un paese che comprende quasi il 70% del patrimonio artistico mondiale, viviamo in un paese che ha avuto figli che si chiamano, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Brunelleschi ma anche in tempi più recenti Balla, Boccioni, Guttuso, eppure siamo così provinciali, ma così provinciali da criticare tutto sempre, senza una vera visione internazionale e... artistica!
Essere critici nei confronti della Sicilia e dell'Italia degli ultimi quindici anni è facile, qualcuno direbbe che si tratta di sparare sulla Croce Rossa per quanto è scontato. Infatti questa era buia e cupa si è basata sulla mancanza di rispetto per l'arte e la cultura... "con la cultura non si mangia!" "... abituatevi a fare lavori umili e manuali" sono stati i mantra di ministri e governi che volevano l'incultura, l'appiattimento, il vuoto mentale. L'effetto di tutto questo è sotto i nostri occhi, l'italiano medio è pregno di... niente!
Chi ha avuto la fortuna, come me, di viaggiare ha anche avuto la fortuna di apprezzare quello che avviene in una società globalizzata e di entrare in contatto con realtà altre, talmente diverse e vive da fare scomparire qualunque riferimento ad arte e cultura, pure se in realtà basate sull'arte e sulla cultura. La manifestazione del pensiero creativo diventa una normale fruizione del quotidiano sia per chi opera nel campo artistico, sia per chi semplicemente osserva e vive la manifestazione artistica. Nei miei viaggi ho acquisito un dato di fatto io sono nato a Palermo, e ne sono fiero, ma in realtà la mia città, la mia vera città è New York o Tokio. Luoghi dove quando vado, sono a casa e non in senso metaforico ma in senso reale di luogo familiare e realmente mio. Arrivare in queste città e quasi un ricongiungimento carnale. Nonostante questo, vivo e lavoro a Palermo e sicuramente osservo e soffro del degrado della mia città.
Io non sono uno di quelli che osanna il ritorno di una certa classe politica, sono, semmai, uno di quelli che valuta sui fatti il loro operato. Già da adesso si vedono cose che stridono che non funzionano, ma in realtà è indubbio che bisogna lasciare il beneficio del dubbio e dare un giusto tempo.
Criticare tutto, urlare contro, mostrare un enorme acrimonia nei confronti di quello che si fa, o viene fatto diventa solo STERILE...
Nessuno nega che a Palermo ci sono persone che hanno competenze che dovrebbero essere valorizzate e non lo sono, però sbandierare le proprie attitudini secondo il concetto "io sono bravo, sono un artista e gli altri... tutti gli altri non capiscono nulla"  oltre a non servire a niente provoca anche un effetto di repulsione non indifferente nei confronti di quella persona che ad andar bene viene definita arrogante.
La fotografia... la magia di uno scatto e di cogliere un attimo sospeso nel tempo, un volto per strada, un immagine che denuncia un disagio o racconta una storia... questo per me è fotografia... il resto si può chiamare grafica, pittura, pittura digitale, elaborazione... ma non è fotografia. Sapere usare in maniera impeccabile le luci di uno studio ben attrezzato, o conoscere i segreti della luce come ben conoscevano i maestri della pittura è esercizio di stile, è creatività tecnica e tecnicistica, ma non ha anima, non ha il fuoco che ti fa dire davanti ad una foto di Avedon, di Cartier Bresson o a una polaroid di Warhol che quello è un capolavoro, che sei davanti ad un opera d'arte...
E adesso, forse torniamo a parlare di fotografia...!

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